La Gen Z? Vuole uno stile di vita più “autentico”

La società contemporanea viene descritta come sempre più complessa (71%), superficiale (58%) e falsa (45%), un “luogo” dove c’è poco tempo libero da dedicare a se stessi e a ciò che conta veramente (66%), con troppe preoccupazioni e pensieri (49%), e dove si nota una crisi di valori e un senso di confusione (45%). Questa situazione genera diverse sensazioni, tra cui disagio (61%) e paura (50%), ma anche un desiderio di reagire (58%). I giovani non si accontentano più di questa realtà e sembrano aver intrapreso un nuovo stile di vita alla ricerca di ciò che è autentico e vero. Questo emerge da uno studio condotto con la metodologia WOA (Web Opinion Analysis) e realizzato da Grom in occasione del lancio della nuova campagna “Autentico Piacere” .

La nuova tendenza è definita “Authenticity”

La nuova tendenza, definita “Authenticity”, coinvolge le giovani generazioni dei Millennials e Gen Z, che hanno notato un aumento di autenticità intorno a loro stessi (61%). La loro voglia e capacità di gustare ciò che ha un vero valore diventano la spinta per uno stile di vita che va oltre le apparenze. Nell’era delle immagini perfette e filtrate, del multitasking, della corsa alla performance e al possesso, le nuove generazioni stanno abbracciando una tendenza opposta: quella verso l’autenticità. Questo desiderio nasce dalla volontà di vivere esperienze e relazioni che diano un senso più profondo alla propria esistenza, spiega lo psicologo, psicoterapeuta e imprenditore Luca Mazzucchelli, commentando il trend e l’indagine di Grom.

Concentrarsi su ciò che è essenziale

Gli individui autentici sono convinti della necessità di ritrovare la semplicità e l’autenticità nelle cose che fanno (62%) e di concentrarsi solo su ciò che è essenziale per la propria vita (65%). Credono che questo approccio migliori la qualità del vivere (75%), portando più serenità e benessere. Il loro sogno non è più legato a luoghi esclusivi e fughe irrealizzabili, ma a momenti, posti e piaceri semplici, autentici e genuini. La maggioranza vive le azioni quotidiane come veri e propri momenti di autenticità, come giocare con i bambini (66%), passeggiare in città con gli amici (61%) e stare a contatto con la natura (52%). Anche nell’alimentazione, l’autenticità è importante, come consumare un pasto a tavola con parenti e amici (72%) o gustare un gelato (57%), soprattutto se il gusto è fedele alle aspettative.
Se vivono l’autenticità e il piacere nel proprio tempo libero, soprattutto nei momenti conviviali (68%), in un ambiente familiare o con amici (59%), al lavoro sentono una maggiore fatica, specialmente nelle interazioni con gli altri, che percepiscono come autentiche solo durante le pause (35%).

Essere, non avere

L’indagine mostra una nuova direzione: un ritorno all’essenziale. Per i giovani, l’autenticità significa dare più importanza all'”essere” che all'”avere” (65%), vivere solo esperienze che meritano di essere vissute (58%) e ricercare la semplicità nelle cose (51%). Secondo lo psicoterapeuta Mazzucchelli, l’autenticità è uno degli ingredienti chiave del benessere personale. Il “vero sé” rappresenta l’essenza autentica di una persona, al di là delle maschere e delle sovrastrutture, mentre il “falso sé” è una versione alterata e adattata di sé stessi, spesso influenzata dalle aspettative degli altri o dai condizionamenti sociali. La discrepanza tra ciò che si è davvero e ciò che siamo portati a essere può provocare sensazioni di insoddisfazione, disagio e disconnessione. La tendenza delle nuove generazioni a liberarsi dalle aspettative sociali per esprimere pienamente sé stesse e la ricerca della semplicità come veicolo per concentrarsi solo su ciò che è veramente importante, possono essere considerati segni di crescita psicologica. I momenti semplici, dunque, sembrano essere la migliore lente attraverso cui guardare e godersi i piaceri del mondo.