Italiani ultra65enni autonomi e attivi sul web: ecco il profilo dei nuovi boomers

Anziano a chi? Gli ultra65enni italiani sono ciò che di più distante si possa immaginare dal cliché del nonnino. Lasciati nel secolo scorso bastone e abitudini “tradizionali”, i boomers attuali hanno uno stile di vita che ricalca in tutto e per tutto quello dei millennials. Più della metà di essi (il 54%) si sente perfettamente a proprio agio nella società globale: il 79% dedica almeno un’ora della settimana a navigare in internet. Scendono TV (la guarda frequentemente il 54%) e le attività di tipo religioso (solo il 15% dedica almeno un’ora della settimana).

Informati e curiosi di esplorare cose nuove

Sono informati (l’87%), hanno molti hobby e voglia di mettersi alla prova su cose nuove (78%). Il 38% vorrebbe possedere sistemi di domotica controllabili da smartphone. Il 47% si interessa alle nuove mode e tendenze, ma in generale sono orgogliosi della loro autonomia. Bassa la fiducia per le banche e il loro servizi (58%). In più, ribaltando l’idea della persona in là con gli anni, il 67% del campione ritiene il sesso un elemento importante della propria vita. Questi alcuni dei dati della ricerca SWG a supporto del “Grey Scale Economy Lab”, un progetto esclusivo promosso da Havas PR – gruppo attivo nel settore comunicazione – in collaborazione con la società di ricerche di mercato e di opinione, che prevede l’istituzione di un osservatorio e un laboratorio di studio e ascolto relativo alla fascia “Over 65”.

Una generazione desiderosa di esplorare la nuova era digitale

Si parla quindi di “Una generazione attiva che si sente giovane e desiderosa di esplorare la nuova era digitale. Una generazione molto lontana dagli stereotipi consolidati, ma che dopo avere affrontato la rivoluzione culturale del 1968 durante la propria giovinezza è pronta a rimettersi in gioco e a rispondere alla sfida della società digitale” spiega Riccardo Grassi, coordinatore dell’indagine per conto di SWG.

Donne e uomini, non sono uguali (neanche da grandi)

Inoltre, secondo uno studio condotto dal Centro di Ricerche di Neuromarketing dell’Università IULM, i nuovi over 65 non sono equiparabili a quelli del passato e vi è una forte radicalizzazione delle differenze di genere: le donne rispetto agli uomini prestano più attenzione alle informazioni soprattutto “verbali” e alle singole sfumature del messaggio, sono più sensibili all’incoerenza informativa e mostrano maggiore attivazione psicofisiologica alle stimolazioni affettive. Tutti dati importanti per reinterpretare la terza età, un ‘momento attivo’ di opportunità e di ri-presa in carico, in piena consapevolezza, della vita.