Quando il manager è donna: l’evoluzione nel post pandemia

I manager dopo l’emergenza sanitaria? Sono cresciuti in numero grazie soprattutto alle donne. A dirlo è il Rapporto di Manageritalia sui dirigenti privati pubblicato come ogni anno in occasione della Festa della donna con un’elaborazione degli ultimi dati ufficiali Inps. Se nel 2019 i dirigenti uomini erano 94.332 e le donne 21.116, nel 2020 aumenta il numero di queste ultime del 4,9% (22.147) mentre diminuisce dello 0, 37% il numero degli uomini (-353). Il dato totale dei dirigenti, comunque, grazie proprio ed esclusivamente alla crescita delle donne manager, si attesta su un incremento dello 0,59%, con 678 dirigenti in più nel 2020 rispetto al 2019.

Le aziende puntano sulle competenze

“La crescita del numero delle dirigenti e dei dirigenti – afferma Mario Mantovani, presidente Manageritalia – dimostra come anche durante la pandemia le aziende strutturate abbiano puntato su competenze e gestione manageriale per resistere e prepararsi a cogliere le opportunità del loro specifico mercato nel post pandemia. Un chiaro segno della necessità di affrontare le crisi puntando su un approccio manageriale e strategico capace di gestirle con successo le trasformazioni anche repentine, arrivando a definire quei cambiamenti nei modelli di business e nell’organizzazione del lavoro indispensabili per competere”. C’è ancora tanto da fare se le donne che nonostante la crescita sono solo il 19% del totale dei dirigenti, politiche sociali e altro devono puntare a farle diventare il 50% del totale dei manager. A conferma del cambiamento in atto già da alcuni anni le donne manager oggi sono il 19% del totale, e neppure la pandemia le ha fermate. Anche i dati del 2021, relativi ai dirigenti del terziario che hanno il contratto dirigenti del terziario di Manageritalia, mostrano un’ulteriore crescita (6,2%), con le donne in doppia cifra (+11%) rispetto agli uomini (+6%). E in questo caso oggi le donne dirigenti sono addirittura quasi il 21% del totale.

Le province più rosa

A livello territoriale, le province più ‘rosa’ sono Milano, dove lavorano 8.705 donne dirigenti, seguita da Roma (4.405) e Torino (1.132). Ai primi dieci posti per numero di dirigenti donne solo province del nord: Bologna, Brescia, Verona, Varese, Bergamo, Firenze, Genova. Guardando invece al peso percentuale delle donne dirigenti prevalgono alcune province del sud, spesso caratterizzate da un bassissimo numero di dirigenti in assoluto e quindi più facilmente condizionati da vari fattori. Al primo posto spicca Enna con le donne dirigenti (56,7%) che superano addirittura gli uomini. Tra le grandi province Roma, dove le donne pesano il 25,3%, prevale su Milano (21,8%) e Torino (17,7%).