L’emergenza Coronavirus ha accelerato l’abitudine di fare la spesa online

Se da almeno due decenni la spesa alimentare si è progressivamente spostata sull’online, l’emergenza da Coronavirus ha decisamente accelerato questa modalità di transazione. E nel giro di pochi mesi il canale online è diventato il principale metodo di acquisto per i consumatori.  Negli Stati Uniti, in Germania, Francia, Regno Unito e Italia si stima che nel 2020 ci saranno circa 350 milioni di ordini di generi alimentari online in più rispetto al 2019, con un apporto delle vendite di circa 36 miliardi di dollari all’anno. Secondo le ultime analisi di Bain & Company, in Italia il canale online ora rappresenta almeno il 3% delle vendite alimentari, con una quota raddoppiata rispetto ai livelli antecedenti alla pandemia. Il settore alimentare, quindi, deve puntare sempre più sull’e-commerce

“Il Covid-19 ha catapultato i consumatori un paio di anni in avanti”

“In pratica, l’accelerazione legata al Covid-19 ha catapultato i consumatori un paio di anni in avanti in termini di abitudini d’acquisto”, spiega Andrea Petronio, Partner di Bain & Company.

Ma questo modello si consoliderà? “Nel breve termine, ciò dipende da diversi fattori, come la qualità della shopping experience, l’offerta di prodotti freschi, la capacità di evadere gli ordini in modo affidabile e veloce, la rapidità di rilascio delle restrizioni antiCovid”, continua Petronio.

Una seconda ondata della pandemia incoraggerebbe ulteriormente i consumatori

Se si verificasse una seconda ondata della pandemia da Covid-19, e se il vaccino non fosse pronto prima della metà del 2021, il contesto incoraggerebbe ulteriormente i consumatori alla spesa online. In questo scenario, la penetrazione della spesa online in Italia potrebbe arrivare, nei prossimi cinque anni, a quota 8-9%, mentre raggiungerebbe il 6-7% se il ritorno alla normalità sarà più rapido. Per quanto riguarda gli esercenti, “Coloro che sceglieranno di non adattarsi ai nuovi canali, eviteranno le perdite nel breve termine – sottolinea Petronio – ma dovranno fronteggiare la mancanza di infrastrutture digitali, che potrebbe renderli non competitivi nel lungo termine”.

Come portare a profitto il canale online

Secondo Andrea Petronio, inoltre, “Chi si rivolge a terzi per soddisfare la domanda sarà altrettanto vulnerabile se la partnership dovesse terminare. Ed è possibile invece portare a profitto il canale”. Come? “Lavorando su 4 aspetti chiave dove concentrare i propri sforzi – spiega Luca Manfioletti, Expert Partner di Bain & Company – ottimizzare la rete in ottica omnicanale, modificare le logiche contrattuali e promozionali con l’Industria, rimuovere le insostenibili sovvenzioni al canale attraverso il dynamic pricing, investire sull’automazione dove la scala lo consente”.