Il Parlamento Europeo dà l’ok alla riforma del copyright: cosa cambia

Il Parlamento Europeo ha dato l’ok alla nuova direttiva Ue sul dritto d’autore, la cosiddetta legge sul copyright. “La riforma del copyright è passata alla presenza di 658 europarlamentari, con 348 voti a favore, 274 contrari e 36 astenuti. In precedenza l’Aula ha respinto la proposta di 38 eurodeputati di riaprire il testo, votando gli emendamenti che erano stati depositati” riporta una nota dell’AdnKronos.

“Basta al Far West Digitale”

Appena saputo il verdetto da parte del parlamento di Strasburgo, il presidente Antonio Tajani ha così commentato la riforma Ue sottolineando che: “ha scelto di mettere fine all’attuale Far West digitale, stabilendo regole moderne e al passo con lo sviluppo delle tecnologie”.  “Le industrie culturali e creative – continua il presidente del Parlamento europeo – sono uno dei settori più dinamici dell’economia europea, da cui dipende il 9% del Pil e 12 milioni di posti di lavoro. Senza norme adeguate per proteggere i contenuti europei e garantire un’adeguata remunerazione per il loro utilizzo online, molti di questi posti sarebbero stati a rischio, così come l’indotto”. “Queste regole permetteranno di proteggere efficacemente i nostri autori, giornalisti, designer, e tutti gli artisti europei, dai musicisti ai commediografi, dagli scrittori agli stilisti. Fino ad oggi i giganti del web hanno potuto beneficiare dei contenuti creati in Europa pagando tasse irrisorie, trasferendo ingenti guadagni negli Usa o in Cina” specifica ancora il presidente del Parlamento Ue.

“Con questa direttiva abbiamo riportato equità e fatto chiarezza, sottoponendo i giganti del web a regole analoghe a quelle a cui devono sottostare tutti gli altri attori economici – aggiunge -. Abbiamo fornito ai detentori dei diritti d’autore gli strumenti per concludere accordi con le piattaforme digitali in modo da poter vedere riconosciuti i propri diritti sull’utilizzo del frutto della loro creatività”.

Cosa accade sul web (e fuori)

In sintesi, la nuova direttiva sul copyright online riguarda in particolare i giganti della rete (come Youtube, Facebook, Google nonché gli aggregatori di notizie e i servizi di monitoraggio dei media), al pagamento dei diritti d’autore per i loro contenuti video, audio, articoli distribuiti e condivisi sulle loro piattaforme. La direttiva, inoltre, vuole che le piattaforme digitali negozino accordi di licenza con gli editori in modo da remunerare i creatori dei contenuti online. Sono esclusi da questo obbligo  i “collegamenti ipertestuali” agli articoli di notizie e “singole parole o estratti molto brevi”, le enciclopedie online senza scopo di lucro come Wikipedia, e le piattaforme di sviluppo e condivisione “open source”.